A ZI' NI COLE AI ' JURNE DI' CENTESEME COMPLEANNE
LA VELOCCHE
la chioccia)
Glò glò fa la gallina,
vuol'essere la mamma dei pulcini
mi disse mamma,
qual'è,le domandait
quella bianca?
No quella "pernice"
che si vede stanga,
che non ha più
la chicchera di fiamma,
lei mi rispose
e poi ancor per farmela guardare
col suo pipì
la fece avvicinate
e la pernice si raccocolò
e mamma come fata la pigliò,
Vedi mi disse;
quest'é la"velocca",
ecco perché la vedo tocca locca.
Reggila un po',
e me la pose in mano g
-
intanto voglio adesso
far 'na prova.-*
Mise un po' ' di paglia
dentro un desto
e. prese le più belle delle uova
che l'acconciò lì dentro
lesto lesto e disse a me:
da quì io gliela d eti
e lei la pose lì.
Questa con voce roca s'agguattò.
Senza badare a noi -s'addormentò,
con altro cesto
mamma la coprì.
E dopo fatto
mi disse un po' pensosa:
allora oggi otto:..
ventuno,ventìnove.
Non è la votazione!
Ma mamma cosa dici!?
Perché la votazione,
ò forse come Erode
che ammazza i piccolini?
Ma quelli son pulcini!
Lo ha detto anche ìl Papa...
Lo disse Gesù Cristo.
Ma adesso quì che centra
la votazione e Cristo,
oppure Papa Sisto?
Come che c'entra!
Il diciotto aprile?
E' la Resurrezîone.
Ma adesso non ci tocca
parliamo di"velocca".
Oddio ! Mi son' sbagliato!
Dicevo votazione,
ma quella della luna
no della istituzione .
Perché se al ventinove
la: luna si votava
il nido tutto morto
allor si ritrovava.
Può esser tutto questo?
(Io creder n ci posso!?)
Così diceva a mamma,
ma subito rispose:
Noi aspettiamo l'ora,
il fato,il grande evento.
se la "velocea" cova
riesce ben la"prova,
se cova e cova béne
un dì,íl giorno dopo
solo altri venti giorni
raggiungerem lo scopo.
E una mattina al letto
(si sa che non ci piove)
Sentii chiare .e dire:
è il giorno ventinove.
'alzai,andaì al nido
trovai i gusci rotti
e un nembo di pulcini
che empivano di gioia
col dolce cigolio
il loro améno nído.
Duilio
1947
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