presentazioni:
Ho la mania di scrivere cose "per sentito dire" e così ho
fatto anche
questa volta.
Questo lavoro vuole essere la storia del Fucino, della Marsica, della
nostra terra che "tatóne", questo nonno ideale, immaginario,
ha voluto
raccontarmi, come altri nonni, prima di lui, hanno fatto per tantissime
generazioni, per farmela tramandare alle future genti.
Certamente, durante questo lunghissimo itinerario, sono scomparsi tanti episodi
veri e comparsi tanti episodi non del tutto veri, però l'essenza non
cambia, anche perché tanti illustri storici, sia antichi che moderni,
confermano, con dati di fatto, ciò che da venti secoli si é
detto.
Il tempo passato si ritrova con il tempo presente, riaffiorano nella mente
ricordi vissuti e quelli narrati, che permettono di rincorrere, anche con
nostalgia, le cose trascorse con la parola parlata e la parola scritta, sia
pure con la sua lingua "madre" per chi non sa esprimersi con la
lingua nazionale.
A me sembra che il dialetto sia più idoneo a tramandare la tradizione,
il costume, il folklore che alimentano la spiritualità di un popolo.
E' un racconto fatto di immagini, di testimonianze, di luoghi, di sacrifici
e di speranza, che neppure s'intravedeva, ma che ugualmente si sognava di
raggiungere, almeno in piccola parte; speranza di ciò che si desiderava,
che non era né ricchezza, né agiatezza, ma un minimo di sostentamento
per la povera e numerosa famiglia.
Ecco cosa ho scoperto, scavando dentro queste immagini, con l'occhio
attento, cercando di usare i toni e i giusti colori.
Ho voluto scrivere questa breve nota, non tanto per esprimere un per-
sonale commento su LA STORJE DE FUCENE (cumme me l'ha raccun-
tate tatóne), ma principalmente per ringraziare tutti coloro che hanno
col
laborató alla realizzazione di questo volume. Ringrazio, in particolare,
gli
amici dell'Unione Nazionale Cooperative Italiane-Federazione Regionale
UNCI ABRUZZO -, che generosamente si sono offerti per consentire la
pubblicazione di questo lavoro; il Professor Leonello Farinacci, preside
dell'Istituto Tecnico e Commerciale di Avezzano, per la sua erudita PRESENTAZIONE
e per le lusinghiere espressioni nei confronti dell'autore;
l 'A.R.S.S.A. per le numerose fotografie delle attività svolte durante
l'attuazione della Riforma Agraria; l'amico Gaetano Ferri, appassionato di
Storia-Patria; l'artista Dante Simone che ha regalato la geniale copertina;
la paziente e cortese Sabina Saturni che si è dedicata alla dattiloscrittura
dell'intero manoscritto.
Un sincero e indiretto ringraziamento va anche all'agricoltore marsicano e
sanbenedettese in particolare; perchè senza di lui, senza la sua fatica
e la sua abnegazione, la sua quotidiana lotta supportata dal proprio spirito
forte e indomito, non ci sarebbe stato il Fucino così come oggi noi
lo abbiamo.
Spero che il buon Sandrino voglia perdonarmi di avergli dedicato un lavoro
così modesto e differente dal suo campo di ricerche; ma lui sa che
l'ho fatto con spontaneità e amore, proprio verso chi si prodigò,
con straordinario impegno e abnegazione, per far tornare alla luce e rivivere
le
antiche vestigia dei nostri padri.
Duilio De Vincentis
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