Clelio Fracassi
Danilo D'Andrea
Di Donato Lino
 
 

 

Fracassi Clelio

Il poverello d’Assisi a San Benedetto Dei Marsi ????

SI!


Pochi sanno che San Francesco d’Assisi è vissuto per alcuni mesi nel nostro paese.
Per chi come me lo ama, sapere che ha percorso questa terra ed è vissuto in questo luogo, è cosa bellissima.
Anni fa mi sono avvicinato allo studio o più modestamente alla affascinante, e ne parlavo forse anche in modo eccessivo con amici e conoscenti.
Un giorno uno di questi mi raccontò (lui viveva nel rione che chiamiamo I LOCHE ) che un professore di San Benedetto che da anni viveva fuori e che si interessava della storia del paese, gli disse che in quel posto aveva soggiornato il Santo.
Per me che in quei giorni mi interessavo alla vita del Poverello, fu una notizia straordinaria , cosi mi misi alla ricerca della sua fondatezza.
Come prima cosa trovai sulle Fonti Francescane un episodio famoso, la donazione del mantello da parte del Santo ad una vecchietta, avvenuto a Pescina storia ed alla vita del Santo, personaggio come tutti sanno.(in seguito riporto integralmente il racconto)
La mia riflessione istantanea e giusta, fu che in quei tempi, 1216,
San Benedetto ed il suo territorio non era comune, ecco perché si parlava di Pescina.
Andando avanti con la mia ricerca sul Santo e sulla sua permanenza nella marsica, mi sono recato nei vari conventi francescani, Trasacco, Luco, Avezzano,Tagliacozzo, Celano, Castelvecchio e a Pescina dove il convento è stato trasformato in teatro.
In uno di questi conventi ho trovato un libricino scritto da P. Antonio D’antonio “San Francesco e l’Abruzzo” dove l’autore testualmente dice:
E’certissimo che S.Francesco proveniente da Tivoli, sia passato per Celano e S.Benedetto secondo il racconto di Tommaso:
Avvenne presso Celano, d’inverno che S.Francesco portasse addosso come mantello un panno datogli da uno di Tivoli amico dei frati. Nel palazzo dei vescovi dei Marsi(che si chiamava Ingerano, residente a S.BENEDETTO, allora sede vescovile) gli venne incontro una vecchia domandandogli l’elemosina. Subito si sciolse dal collo il panno e, sebbene non fosse suo, glielo regalo’ dicendo: “Va, fatti una veste, che ne hai proprio bisogno”.
Sorride la vecchia e stupida, non so se per timore o per il piacere, prende dalle mani il panno, corre via in gran fretta e, per evitare il pericolo che le venga richiesto, senza attesa lo taglia con le forbici. Ma accortasi che il panno ormai tagliato non basta per il vestito, incoraggiata dalla bontà già esperimentata, ritorna al santo e gli fa vedere l’insufficienza del panno. Egli volge gli occhi al compagno che ne portava sulle spalle altrettanto, dicendo: “ Senti tu, fratello, ciò che dice questa poverina? Per amore di Dio sopportiamo il freddo, e tu dalle il panno perché possa completare il suo vestito”. Com’egli l’aveva donato, lo dona anche il compagno, spogliandosene essi affinché la Vecchierella possa vestirsi”. (Cel.86)
Concludendo è certo che il Poverello di Assisi è vissuto per alcuni giorni o mesi nel territorio di San Benedetto e precisamente nel luogo che noi chiamiamo “ I LOC “ e probabilmente in un determinato sito dove vi sono i resti della casa del vescovo.
Per ultimo, in riferimento al Santo, non tutti sanno che prima del terremoto nel luogo dove sorge l’ex asilo comunale, c’era una chiesa dedicata a SAN FRANCESCO D’ASSISI.
A seguire uno degli insegnamenti del Santo che più mi ha colpito ed un mio dipinto.


VERA E PERFETTA LETIZIA

Un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone e gli disse: << Frate Leone, scrivi >>.Questi rispose: << Eccomi sono pronto >>. << Scrivi, disse , quale è la vera letizia >> .
<< Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine; scrivi: non è vera letizia. Cosi pure che sono entrati nell’ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’Inghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giungesse ancora letizia che i miei frati sono andati fra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da far molti miracoli; ebbene: io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia >>.
<< Ma quale è la vera letizia? >>.
<< Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e cosi rigido che all’estremità della tonica, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede : << Chi è?>>. Io rispondo: << Frate Francesco >>. E quegli dice: << Vattene, non è ora decente, questa, di andare in giro, non entrerai >>. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: << Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai, noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te >>. E io sempre resto davanti la porta e dico: << Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte >>. E quegli risponde:<< Non lo faro’. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là >>.
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima >>.

Fracassi Clelio ott/2002

 

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