Il
poverello d’Assisi a San Benedetto Dei Marsi ????
SI!
Pochi sanno che San Francesco d’Assisi è vissuto
per alcuni mesi nel nostro paese.
Per chi come me lo ama, sapere che ha percorso questa terra ed è
vissuto in questo luogo, è cosa bellissima.
Anni fa mi sono avvicinato allo studio o più modestamente alla
affascinante, e ne parlavo forse anche in modo eccessivo con amici e conoscenti.
Un giorno uno di questi mi raccontò (lui viveva nel rione che chiamiamo
I LOCHE ) che un professore di San Benedetto che da anni viveva fuori
e che si interessava della storia del paese, gli disse che in quel posto
aveva soggiornato il Santo.
Per me che in quei giorni mi interessavo alla vita del Poverello, fu una
notizia straordinaria , cosi mi misi alla ricerca della sua fondatezza.
Come prima cosa trovai sulle Fonti Francescane un episodio famoso, la
donazione del mantello da parte del Santo ad una vecchietta, avvenuto
a Pescina storia ed alla vita del Santo, personaggio come tutti sanno.(in
seguito riporto integralmente il racconto)
La mia riflessione istantanea e giusta, fu che in quei tempi, 1216,
San Benedetto ed il suo territorio non era comune, ecco perché
si parlava di Pescina.
Andando avanti con la mia ricerca sul Santo e sulla sua permanenza nella
marsica, mi sono recato nei vari conventi francescani, Trasacco, Luco,
Avezzano,Tagliacozzo, Celano, Castelvecchio e a Pescina dove il convento
è stato trasformato in teatro.
In uno di questi conventi ho trovato un libricino scritto da P. Antonio
D’antonio “San Francesco e l’Abruzzo” dove l’autore
testualmente dice:
E’certissimo che S.Francesco proveniente da Tivoli, sia passato
per Celano e S.Benedetto secondo il racconto di Tommaso:
Avvenne presso Celano, d’inverno che S.Francesco portasse addosso
come mantello un panno datogli da uno di Tivoli amico dei frati. Nel palazzo
dei vescovi dei Marsi(che si chiamava Ingerano, residente a S.BENEDETTO,
allora sede vescovile) gli venne incontro una vecchia domandandogli l’elemosina.
Subito si sciolse dal collo il panno e, sebbene non fosse suo, glielo
regalo’ dicendo: “Va, fatti una veste, che ne hai proprio
bisogno”.
Sorride la vecchia e stupida, non so se per timore o per il piacere, prende
dalle mani il panno, corre via in gran fretta e, per evitare il pericolo
che le venga richiesto, senza attesa lo taglia con le forbici. Ma accortasi
che il panno ormai tagliato non basta per il vestito, incoraggiata dalla
bontà già esperimentata, ritorna al santo e gli fa vedere
l’insufficienza del panno. Egli volge gli occhi al compagno che
ne portava sulle spalle altrettanto, dicendo: “ Senti tu, fratello,
ciò che dice questa poverina? Per amore di Dio sopportiamo il freddo,
e tu dalle il panno perché possa completare il suo vestito”.
Com’egli l’aveva donato, lo dona anche il compagno, spogliandosene
essi affinché la Vecchierella possa vestirsi”. (Cel.86)
Concludendo è certo che il Poverello di Assisi è vissuto
per alcuni giorni o mesi nel territorio di San Benedetto e precisamente
nel luogo che noi chiamiamo “ I LOC “ e probabilmente in un
determinato sito dove vi sono i resti della casa del vescovo.
Per ultimo, in riferimento al Santo, non tutti sanno che prima del terremoto
nel luogo dove sorge l’ex asilo comunale, c’era una chiesa
dedicata a SAN FRANCESCO D’ASSISI.
A seguire uno degli insegnamenti del Santo che più mi ha colpito
ed un mio dipinto.
VERA E PERFETTA LETIZIA
Un
giorno il beato Francesco, presso Santa Maria degli Angeli, chiamò
frate Leone e gli disse: << Frate Leone, scrivi >>.Questi
rispose: << Eccomi sono pronto >>. << Scrivi, disse
, quale è la vera letizia >> .
<< Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati
nell’Ordine; scrivi: non è vera letizia. Cosi pure che sono
entrati nell’ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi
e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’Inghilterra;
scrivi: non è vera letizia. E se ti giungesse ancora letizia che
i miei frati sono andati fra gli infedeli e li hanno convertiti tutti
alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli
infermi e da far molti miracoli; ebbene: io ti dico: in tutte queste cose
non è la vera letizia >>.
<< Ma quale è la vera letizia? >>.
<< Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed
è un inverno fangoso e cosi rigido che all’estremità
della tonica, si formano dei ghiaccioli d’acqua congelata, che mi
percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte
ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta
e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede : <<
Chi è?>>. Io rispondo: << Frate Francesco >>.
E quegli dice: << Vattene, non è ora decente, questa, di
andare in giro, non entrerai >>. E poiché io insisto ancora,
l’altro risponde: << Vattene, tu sei un semplice ed un idiota,
qui non ci puoi venire ormai, noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno
di te >>. E io sempre resto davanti la porta e dico: << Per
amor di Dio, accoglietemi per questa notte >>. E quegli risponde:<<
Non lo faro’. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là
>>.
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato,
io ti dico che qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima
>>.