L'A. di F.Lolli
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L'ANFITEATRO

 

L'anfiteatro: di F.LOLLI da"Relazione sughi avanzi di Marruvio alla Commissione Conservatrice
dei monumenti di antichità e delle arti nella provincia de L’Aquila"

L'anfiteatro si rinviene alla estermità orientale e quasi al punto più alto della città, al di dietro delle mura, nel luogo segnato in pianta col n° I.
I due muri di cinta che vi osservò il vescovo Rossi sono affatto scomparsi, non scorgendosene, neanche a fior di terra, traccia veruna. Ora vi si vede una fossa ellittica il cui asse maggiore va dal Nord a Sud e misura tra i due cigli circa n. 92, ed il minore va da est ad ovest per una lunghezza, di m. 76 in circa.
Il fondo di questa fossa, molto accidentato, ha una profondità che varia dai m. 0,90 a m. 1,50.
Il solo visibile resto in fabbrica dell'edificio trovasi fra le estremità sud dell'asse maggiore, e la estremità ovest dell'asse minore e consiste in un muro cementizio silicico come tutti gli altri finora osservati, di sua natura molto solido, il quale segue più o meno regolarmente il contorno di questo lato della fossa, e si interna più o meno nel terreno circostante, elevandosi fino al ciglione di questo.
Presso l'estremità dell'asse minore si nota una cella la cui parete esterna é scomparsa, quella di fronte è lunga m. 180. e delle laterali l'una m. 2 circa e l'altra circa n. 1,50: questi avanzi di pareti sono rivestiti di grossolano reticolato. All'estremità meridionale dell'asse maggiore si eleva dal piano della fossa un arco a volta in forma d'androne, la cui chiave trovasi a livello del terreno esteriormente soprastante; ed ha la corda di m. 3,50 sul piano attuale della fossa e la faccia alta n. 0.90 a partire dallo stesso piano. Una larga lesione attraversa la sommità di detta volta per tutta la sua lunghezza, onde se quella non è ancora caduta, si deve all'equilibrio dell'arco, aiutato forse dalle radici degli olmi che vi sono piantati sopra a poca distanza. A ridosso di questo arco nel terreno soprastante e volgendo verso ovest si veggono a fior di terra cinque pilastri convergenti al centro della ellissi, equidistanti fra loro m. 4, ciascuno largo m. 0,70 e lungo m. 2,50 in circa.
La giacitura di tali pilastri, in relazione alla sottostante volta fa' ragionevolmente congetturare che dessi appartennero al porticato esteriore ed agli androni che se ne dipartirono dando ingresso al più basso vomitorio ed all'area, il cui piano trovavasi a livello del terreno esteriore. Sicchè tutto il tratto di fabbrica con la volta precedentemente descritta, sarebbe appartenuto alle costruzioni sotterranee e questa avrebbe forse ricoperto un androne probabilmente di quelli da cui per apposita scaletta si risaliva sopra terra.
Ciò che verrebbe raffermato si dalle proporzioni di esso arco che ne eriggono i piedritti almeno di tre metri (pressochè giusta altezza delle costruzioni sotterranee) si dalla presenza della cella summentovata, laonde la fossa che attualmente si vede, sarebbe dovuta alla rovina delle costruzioni suddette, come pur ne darebbero inizio le forti accidentalità del piano della fossa medesima.
La presenza dei suddescritti pilastri permette ancora una congettura sulle proporzioni dell'antico monumento. Infatti, aggiunti circa tre metri ad ogni estremità degli assi come sopra misurati nello interno della fossa (giacchè non meno di tanto sarebbe la lunghezza degli anziaccennati pilastri, se vi si aggiunge lo spazio per la base della colonna) si avrebbe l'asse maggiore di una lunghezza totale fino all'esterno di m. 98, ed il minore di m. 82, e dando questi diametri una ellissi perfetta, è a ritenere che tale calcolo sia esatto.
Ora stabilendo la proporzione fra queste misure e quelle dell'anfiteatro Flavio che ha l'asse maggiore lungo in totale m. 187 ed il minore 155, e nell'arena rispettivamente lunghi m. 85 e 53, e l'altezza totale di m. 49, risulta che gli assi dell'arena nell'anfiteatro di Marruvio sarebbero stati rispettivamente di m. 52 e 36, cioè lo spazio occupato dal portico esteriore dalle fauci e dalle gradazioni doveva essere di circa m. 23, sicchè la faccia del podio avrebbe dovuto trovarsi a circa m. 20 dal ciglio della fossa attuale. E così sempre tenuta presenta la stabilita proporzione col Colosseo, l'altezza totale dell'edificio dovrebbe calcolarsi a circa m. 25, elevazione che permetterebbe tre ordini di arcate, e la capienza ragguagliabile fra i trenta e i trentacinquemila spettatori.
La quale ci può sembrare eccessiva per una città compresa nel giro di tre km., non parrà forse più tale se si ripensi che gli spettacoli di questo anfiteatro, probabilmente non frequenti, dovevano accorrere gli abitanti di tutta 1a Marsica ed anche di non poche terre dei popoli finitimi.
Considerando, poi, che una ellissi dai diametri di m. 98 ed 82 dà luogo precisamente ad archi di m. 4 di ampiezza e coi pilastri spessi m. 0,70, dei quali archi quattro rispondono alle estremità degli assi e ne sono intersecati giusto nel mezzo, possiamo ricostruirci nella mente l'aspetto esteriore dell'anfiteatro dì Marruvio, come quello di un edifizio ellittico a tre ordini di arcate, con 60 archi per ognuno.

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