Feste Religiose
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San Vincenzo Ferreri
"L'angelo dell'Apocalisse "

di Damiano Bova O.P.

Nacque a Valenza (Spagna) nel 1350 da Guglielmo e Costanza Miguel. Compiuti gli studi con precettori in casa, entrò nell'Ordine domenicano nel 1367. Per gli studi filosofici fu mandato allo Studium generale di Barcellona dove rimase fino al 1370. Nello stesso anno f u incaricato come Lettore di Logica a Lerida dove scrisse il Trattato delle supposizioni didattiche e L'unità dell'universale. Nel 1372 ritornò a Barcellona per l'approfondimento della S. Scrittura e lo studio dell'ebraico e dell'arabo. Ordinato diacono ebbe il permesso di predicare. Nel 1375 fu Lettore di Scienze naturali.
Inviato per un anno di studi a Tolosa, venne assegnato nel 1377 a Valenza, per l'insegnamento della teologia. Venne ordinato sacerdote nel 1380, all'età canonica di 30 anni, dal Cardinale Pietro de Luna, al seguito del quale fu strenuo difensore di Clemente VII, l'antipapa avignonese. A Valenza fu Priore, docente di teologia e attivissimo predicatore.
Nel 1390 andò a Barcellona. chiamato da Pietro de Luna. Il re Giovanni I lo volle a corte come consigliere ed elemosiniere. Nel 1394 Pietro de Luna eletto papa lo volle ad Avignone. Lo abbandonò nel 1398 durante l'assedio di Avignone e si diede alla predicazione in Francia, Italia e Svizzera. Nel 1416 a Merpignano con dichiarazione pubblica lasciò definitivamente l'ostinato antipapa avignonese. Morì a Vannes, in Bretagna, il 5 aprile 1419. Canonizzato da da Callisto III nel 1455, la sua festa fu fissata al 5 maggio.

Vincenzo Ferreri è un domenicano predicatore. Nell'iconografia viene rappresentato con le ali. I suoi contemporanei, per le sue prediche sul senso dell'ultimo fine e sul giudizio universale, ritengono che sia" l'Angelo dell'Apocalisse"vaticinato da S. Giovanni. Come il Battista predica conversione e penitenza. Fin da giovanissima età manifesta le sue doti eccezionali di intelligenza, di austerità di vita e del dono dei miracoli. Si prepara scrupolosamente negli studi e perciò i Superiori dell'Ordine gli affidano incarichi d'insegnamento nelle varie discipline. Ma la sua vocazione è predicare. Per circa 40 anni esercita questa attività apostolica, quasi ogni giorno e per più ore al giorno. La conoscenza delle lingue ebraica ed araba gli consente di annunciare il messaggio evangelico ad Ebrei ed Arabi, convertendone parecchi. Alla persecuzione dei suoi connazionali verso queste minoranze, egli sostituisce la convincente violenza della parola e dell'amore.
La sua è una famiglia di nobili. La sua educazione ricevuta in casa da precettori qualificati gli conferisce uno stile che gli consente di entrare perfino nella corte del re di Spagna da cui riceve le j cariche di consigliere ed elemosiniere. Ma ila sua scelta evangelica fra i Mendicanti lo spinge fra l'umile gente. Viene seguito da folle di penitenti che rimangono affascinati dal suo ardore e dai suoi miracoli. Lo seguono ovunque, flaggellandosi per rispondere al suo invito di far penitenza.
I tempi sono difficili: lo scisma nella Chiesa e le ingiustizie sociali. La sua voce si alza in favore degli oppressi. Denuncia con coraggio gli abusi dei ricchi e richiama i responsabili della sorte del popolo. Il male lo va a scovare dov'è.
Pur accettando incarichi importanti per obbedienza al Papa, rifiuta recisamente d'essere Vescovo e Cardinale. Continuamente sollecita il Papa alla ricomposizione dello scisma che gli procura enormi sofferenze, finché non lo abbandona per darsi completamente alla predicazione. La Spagna e l'Europa sono pieni di simboli posti come testimonianza del suo passaggio portentoso. Con la sua fede piega Dio a prodigi sempre più strepitosi. La sua forza sono la predicazione e la testimonianza evangelica. Le sue pagine sono i cuori degli uomini su cui le sue parole, incise a lettere di fuoco, parlano dell'ultimo fine e del giudizio universale.

 

 

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