Il Teatro di F.Lolli
Teatro:ipotesi D'Amato
 

 

Il Teatro

Diverse iscrizioni, rinvenute nel sito archeologico di Marruvium, che ricordano statue donate a componenti della famiglia dei “Claudii Nerones” (Alfidia, madre di Livia, Tiberio Claudio Nerone, padre di Tiberio, Antonia Maggiore) testimoniano che alcuni illustri famiglie locali seppero tenere rapporti di amicizia con l’imperatore Tiberio. Nel XVIII sec., durante degli scavi sono state rinvenute 12 statue fra le quali quelle di Claudio, di Agrippina e di Nerone che furono portate alla Reggia Di Caserta e di cui oggi è, praticamente, impossibile l’identificazione. Queste statue furono rinvenute fra i resti del teatro di Marruvium. Il teatro ha trovato, durante gli studi diverse tesi di ubicazione. Qualcuno lo vuole, invece, all’interno dell’attuale abitato, nel luogo conosciuto, tradizionalmente, come Largo Di Genova, proprio all’interno dell’abitazione odierna degli eredi del Sig. Nicola Di Genova. Il terreno prospiciente la casa è notevolmente più alto della sottostante via Romana. La distanza tra la casa e via Romana è poco meno di mt. 40. La tecnica, desumibile dai frammenti visibili, è fine reticolato. Sono presenti resti di muri cementizi silicici per una lunghezza di circa mt. 4. La lunghezza doveva corrispondere a 70 mt., e l’altezza delle mura a 10 mt. circa da terra. Del teatro, posto appunto su un pendio naturale, e rivolto versi il Fucino, anche per questo paragonato a quello di Ercolano (negli studi del Lolli), ci si può fare un’idea entrando nella cantina della casa suddetta: la capienza presumibile è di circa duemila spettatori, che oltre agli spettacoli, potevano godere di una splendida vista panoramica dei tramonti sul lago. Qualcun altro vuole invece il teatro a sud dell’abitato, a circa 500 mt., in una zona bonificata dalle acque del lago. Come convalida di questa tesi un articolo del 1979 riportava una veduta aerea della zona che mostra la presenza di un semicerchio presumibilmente corrispondente al teatro, tra le cui rovine nel 1752, in occasione di un abbassamento del livello del lago sarebbero state ritrovate le 12 statue. Questa ipotesi vedrebbe il teatro sorto in una zona pianeggiante, ma a differenza del criterio greco che supponeva la scelta del luogo su un terreno in pendio, il teatro romano veniva progettato proprio per occupare uno spazio piano. L’intera costruzione risultava così circondata da alte pareti e la zona riservata al pubblico, la “cavea” aveva forma emiciclica. Proprio in questa zona, sulla sinistra di strada 22, in direzione San Benedetto Avezzano, il D’amato individuava la nuova zona archeologica di Marruvium del Il sec. d.C. e successivamente ricoperta dal lago. Questa ipotesi si basava sulla scarsa, o nulla, fertilità di diverse zone dei locale terreni agricoli tradizionalmente dette “macrète” Non è da escludere la validità di entrambe le tesi resa possibile dall’eventualità di un ricostruzione postuma e in altro luogo del teatro inondato dalle acque del lago.

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