Prima di trattare le religione e Ie credenze attuali è interessante
delineare la storia degli antichi culti Marsi.
I Marsi erano portati e deificare gli animali e gli elementi della natura
quali per esempio il culto dell'acqua e in particolare quella del Fucino
dalle cui escrescenze gli Auguri traevano responsi; il culto del fuoco,
dei fenomeni tellurici,, ma quello del bue e del serpente era il più
carattaristico e regionale. I serpenti ancora oggi si trovano in gran
numero nelle zone rocciose e impervie della regione, gli antichi Marsi
li assonnavano per renderli innoqui, ma non li distruggevano perché
erano molto utili alI'agricoltura. Questo animale si ritrova soprattutto
nel culto di Angizia la dea incantatrice dei serpenti, assi dotta in medicina
e nella scienza delle erbe, cd il cui culto è testimoniato da numerosi
cippi sepolcrali e lapidi rinvenute nella zone e anche nella valle dei
Peligni.
Una traccia di questo antico culto si può ricer care ancora oggi
nella festa di "S. Domenico di Cocullo dove ogni anno, il primo giovedi
di maggio, il santo viene portato in processione, ornato di Serpi che
gli scivolano lungo tutto il corpo.
Il serpente era considerato simbolo della prudenza, di lunga vita e di
imrnortalità e si ritrova anche nel culto della dea Feronia che
da Fanno fu trasformata in serpe.
L'altro animale sacro era il bue, simbolo della forza e dell'indipendenza,
la cui effige si trove sulla bandiera che seguiva i marsi nella guerre
contro i Romani.
Sicuramente adorati dai Marruvini furono, la dea Bona, e il dio Bocio,
di cui ci è rimasto un pilastrino votivo che presenta la seguente
iscrizione: (1)
TITIDIA T. T. F.
BOXCIO
D. D. D. D. L
M Titidia Titidii filia
Bocio donum dat
decreto decurionem
lubens merito
e l'altra divinità di cui si ha testimonianza diretta è
Vertumno (con questo nome veniva adorato Ercole dai marsi ) di cui riportiamo
la descrizione di quello rinvenuto nel luglio 1967 nelle fondamenta di
un fabbricato in via Pagliarelle. Si tratta di un blocchetto in pietra
rozzamente lavorato e di modeste dimensioni nella cui parte inferiore
è scritto:
/ ERTTO NMO
Nella parte superiore sono scolpite due zampe di animale ed una coda a
sinistra e altre due zampe simili alle prime a destra.
tutte e quattro rientate da destra verso sinistra, come è ben chiaro
dagli zoccoli bipartiti, potrebbero dirsi di pecora.
Molto probabilmente questa pietra insieme ad altri blocchetti doveva rappresentare
una scena pastorale o più genericamente campestre.
Tutto ciò induce a ipotizzare che queste lettere si riferiscono
al Dio Romano Vertumno; marito di Pomona, che presiedeva alla vegetazione
e al corso delle stagioni. Fu chiamato così da Verto che significa
cambiare, perchè cambiava figura a seconda delle varie stagioni.
La pietra viene attribuita al I' secolo dell' era cristiana per le forme.
notevolmente precise delle let tere E e T e quella più moderna
della R
La. Marsica, per la sua, posizione molto vicina a Roma, subì,prima
delle altre regioni, l'influsso del Cristianesimo nascente. Quando, sotto
Costantino, il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell'Impero gli
oratori degli antichi cristiani furono consacrati ai primi martiri Da
qui ha origine il culto di S. Sabina, martire sotto Adriano, in onore
della quale venne edificata un magnifico tempio, di cui oggi resta solo
il bellissimo portale.
Durante tutto il Medioevo nella Marsica ci fu una grande fioritura di
Monasteri e a.San Benedetto troviamo il monastero benedettino fondato
dal Papa Bonbfacio IV.
Di questo monastero non rimane alcuna traccia, e nel luogo dove sorgeva
oggi è stato costruito l'asilo comunale.
Grazie al benefico influsso di questi monaci il paese non fu totalmente
abbandanato, ma le poche case si riunirona intorno al monastero, quasi
e cercare protezione dalle continue incursioni dei barbari.
Le opere di bonifica e di miglioramento introdotte dai Benedettini, permisero
alle popolazioni di lottare contro la furia devastatrice delle acque.
Oggi la popolazione di San Benedetto è divisa da diverse religioni:
oltre a quella cattolica, infatti,viene professata la religione protestante,
di culto Battista, che ha un proprio tempio, da pochissimi anni si è
di£fuso il culto dei testimoni di Geova e fino ad alcuni anni fa
vi era anche una famiglia Valdese.
Tutto questo e nostro avviso, è dovuto alle immigrazioni di popolazioni
di altre regioni che, dopo il prosciugamento del lago, si sono riversate
nel centro, attratte dalla fertilità del terreno e dalia possibilità
di lavoro.
Dalle testimonianze raccolte, coloro che hanno introdotto il culto protestante
venivano da Salle, un piccolo centro del pescarese. Il loro arrivo provocò
reazioni nei cattolici di S. Benedetto tanto che arrivarono a soprannominarli
"lupi" contro i quali non furono risparmiate nessuna umiliazione
compresa una solenne processione nella quale si chiedeva la cacciata dei
"lupi". Ben presto però essi si integrarono con il resto
della popolazione e oggi si contrae, senza nessun clamore, matrimonio
tra persone chie non professano la stessa religione, con la convervazione
dell'una e dell'altra Fede da parte dei coniugi.
1) C.I.L. IX n.36S4
DA MARRUVIUM A SAN BENEDETTO DEI MARSI
promosso dalla COMUNITA' MONTANA "VALLE DEL GIOVENCO"
gruppo di lavoro : Assetta Maria Antonietta; Ciofani Teresa;
Cordischi Antonietta; Giocondi Ada; Letta Fiorella.; Parisse M. Laura;
Tirabassi Antonio.
Ha collaborato la D.ssa Di Cioccio Lucia
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