LE ULTIME PERSECUZIONI

L’ultimo scontro tra Cristianesimo e Impero Romano, il più lungo ed il più crudele, è rappresentato dalla figura di DIOCLEZIANO ( 284-305 ), che con la sua persecuzione sferrò l’estrema offensiva.* Anch’egli soldato, originario della Pannonia, arrivò al potere fra omicidi ed usurpazioni, deciso a riorganizzare lo Stato in preda ad uno sbando pauroso, con crisi politiche ed economiche. Trasformò infatti le compagine statale in una Monarchia di tipo Orientale con il Sovrano che regna per grazia di Giove, ed esige dai sudditi la genuflessione. Trasportò la residenza a Nicomedia; creò una nuova ripartizione amministrativa con 4 Prefetture, 12 diocesi e 96 province; si circondò di un imponente apparato di funzionari (SACRUM-CONSISTORIUM). Al Governo unitario sostituì la tetrarchia con due Augusti e due Cesari (rispettivamente: lui, MASSIMILIANO e suo genero GALERIO per l’Oriente e COSTANZO CLORO per l’Occidente). Naturalmente DIOCLEZIANO pensò di restaurare anche gli antichi culti Pagani, per rafforzare la vita politica e l’obbedienza dei cittadini. A questo punto era inevitabile lo scontro con il Cristianesimo, che era diventata la seconda forza della società. In alcune città, specie in Oriente, il corpo dei funzionari Statali era formato da Cristiani; la moglie e la figlia dello stesso Imperatore (Prisca e Valeria) erano Catecumene; di fronte al palazzo Imperiale di Nicomedia, era stata costruita una grande Chiesa; le scuole Cristiane erano fiorenti nei principali centri del Mediterraneo. Come descrivere le innumerevoli conversioni e la folla dei partecipanti in ciascuna città e il concorso nelle Chiese……….? Tuttavia per la troppa libertà si era creato un senso di negligenza e di mollezza…..** In effetti lo scontro fu drammatico: da un lato, DIOCLEZIANO che impone il riconoscimento della sua autorità Sacra e l’obbedienza piena alle sue direttive: dall’altro, i Cristiani che non possono rinunciare alla fede e neppure ai loro posti nella società.
La scintilla della persecuzione scoccò all’inizio del IV secolo: il Cesare GALIERO, un duro, preoccupato della disciplina militare, convinse l’Augusto DIOCLEZIANO che la causa di tutti i mali era da addebitarsi ai Cristiani, come disgregatori della società e negatori dl culto ufficiale. Ma il vero ispiratore “auctor consiliarius”, fu il Proconsole di Bitinia Ierocle, un filosofo esaltato che combatteva il Cristianesimo anche con gli scritti.
Si cominciò con l’esercito, mettendo i soldati all’alternativa: o sacrificare agli Dei o essere espulsi dalla carriera. Ma la fase culminante ci fu nel 303, quando DOMIZIANO in meno di un anno emanò quattro editti di forma sempre più repressiva.
Il primo-“comandava che le Chiese fossero distrutte e le Sacre Scritture fossero date alle fiamme.
Il secondo-“comandava che tutti i presuli delle Chiese fossero messi in ceppi e costretti a sacrificare.
Il terzo-“condannava alla pena capitale coloro i quali non avessero sacrificato, ma perdonato coloro i quali si fossero pentiti.
Il quarto-“comandava di sacrificare a tutti i fedeli, come al tempo di DECIO, sotto la minaccia di supplizi e pena capitale.***
In questa persecuzione non mancarono martiri di primo piano, benché molte sono state le vittime, si conoscono nella sola Palestina e nella Tebaide, almeno una esecuzione di martirio da 10 a 100 al giorno. Un’eccezione a questa persecuzione generale si ebbe in Gallia e in Britannia, dove COSTANZO CLORO applicò solo il primo degli editti.
Lattanzio riassume la situazione con queste parole:”Il mondo intero era versato, da Oriente a Occidente incrudelivano tre belve curiosissime.”****

Cf il classico G. RICCIOTTI. L’era dei martiri. *
Il Cristianesimo da Diocleziano a Costantino. Colletti Roma 1953 **
HEUSEBIO. Hist. Eccl. VIII, 1-7 ***
LATTANZIO. De mortibus persecutorum. 26 ****


 
 
 
 

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