L’EVOLUZIONE DEL CRISTIANESIMO
NEL REGNO DI COSTANTINO


La conversione di COSTANTINO (306-337) al Cristianesimo fu improvvisa o lenta nella sua evoluzione?
Fu sincera o costituì una scelta politica? *
Non è facile rispondere a queste domande, dipende molto dalla interpretazione delle fonti su cui attingere.
Lo storico di COSTANTINO, è il Vescovo Eusebio di Cesarea, amico dell’Imperatore e fiducioso nell’impresa di cui fu investito il suo tanto amato eroe. La sua storia si è arricchita sempre più di nuovi particolari, fino a trasformarsi in una progressiva trasfigurazione del personaggio nella “Vita di Costantino”, a lui attribuita, accentua ancora di più il carattere umanitario, tanto che alcuni la ritengono un falso del secolo seguente.
Un altro è stato Lattanzio, autore contemporaneo, anch’egli favorevole a COSTANTINO, è sospettato di eccessiva esaltazione nel suo celebre “De mortibus persecutorum”. **
Numerose lettere e leggi dell’Imperatore ci fanno capire il suo mondo religioso, mentre dei simboli impressi sulle monete anno per anno, preziosi per capire le concezioni politico-religiose prevalenti nei vari periodi.
Lo stesso si può dire delle statue ed i monumenti eretti in suo onore, per Es. il famoso Arco di COSTANTINO presso il Colosseo. La passionalità delle prese di posizione pro e contro COSTANTINO e la tendenza a creare leggende su di lui, indicano l’importanza della sua figura e della sua opera nella storia del mondo.
Di questo Imperatore non abbiamo molte notizie della sua giovinezza, ma sappiamo di certo che è nato tra l’anno 280 e il 285 a Naissus nella Dacia (l’attuale Jugoslavia), da genitori Pagani, “Costanzo ed Elena”, non legalmente sposati, in quanto lui era un ufficiale dell’Impero e lei una piccola locandiera.

Cf J. Burckhardt. L’età di Costantino il grande. SANSONI, Firenze 1957
L. De Giovanni. Costantino e il mondo Pagano. D’Auria, Napoli 1982
Eusebio di Cesarea, Sulla vita di Costantino, D’Auria Napoli 1984 *
LUCII CAECILII FIRMIANI LACTANTII, De mortibus persectorum,
Antonio Portolano Vol. I-II. Federico e Ardia, Napoli 1975. **

Elena influì certamente su COSTANTINO, ma più tardi si convertirà al Cristianesimo attraverso il figlio; Costanzo invece professava una specie di monoteismo Pagano, molto moderato e tollerante in fatto di culti. In sostanza, il clima della casa, era filoCristiano. Nel 305 fugge in Britannia per raggiungere il padre, e lì viene eletto “Augusto” dalle truppe. Nel 310 scegie come sua divinità il “Sol Invictus” al posto di Ercole, ma con la figura dell’Apollo Gallico. Nel 312 promettendo sua sorella Costanza a Licinio, si assicura il suo favore e muove le truppe contro MASSENZIO, che padroneggiava in Italia ed in Africa.
Entra in Italia occupando tutte le città del Nord fino ad arrivare alla periferia di Roma, dove l’avversario vuole difendere come ultimo baluardo. MASSENZIO viene sconfitto clamorosamente il 28 Ottobre del 312 presso Ponte Milvio, così COSTANTINO entra nella capitale dell’Occidente. Lattanzio racconta che da un sogno premonitore prima della battaglia, COSTANTINO fece porre sugli scudi dei soldati un “signum celesti Dei” cioè una X di traverso, che con una crocetta curvata in cima, diventa il monogramma più noto di Cristo. Questo evento viene narrato 25 anni dopo da Eusebio nella vita, dove nei piccoli dettagli dice che COSTANTINO prega il Dio dei Cristiani di aiutarlo, ela sera prima della battaglia, tutto l’esercito, come segno premonitore, vede nel cielo una croce luminosa con le parole “In hoc signo vinces”, e lo stesso Cristo andando in sogno a COSTANTINO, gli dice di prendere quel segno e di portarlo con se. * Da allora quel baluardo diventerà vessillo Imperiale e sarà chiamato “Labaro”.

EUSEBIO Hist. Eccl. X. 6-1


 
 
 
 

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