LE PERSECUZIONI NEL I° SECOLO SOTTO I FLAVI
Nei primi decenni della sua storia, la Chiesa non è vista come
una realtà sociale che possa creare problemi o pericoli per l’Impero
Romano. Ne gli Imperatori, ne i funzionari mostrarono odio verso i Cristiani.
Il primo Imperatore che interviene in modo Accentrante, è Claudio
(41-54), predecessore di NERONE.
È risaputo che intorno all’anno 50, SVETONIO fece espellere
dalla città di Roma, con l’aiuto dell’imperatore CLAUDIO,
tutti coloro i quali si definivano Cristiani, inoltre tutti i Giudei (di
origine Giudea), i quali sotto l’impulso di un certo CRESTO fomentarono
continue sommosse, mettendo in bilico la tanto amata religione Pagana.
Fu quello il primo provvedimento preso dal Governo Imperiale. Ma per quanto
si possa dare peso a tutto questo, si può dire che non era una
vera persecuzione infatti non ci fu spargimento di sangue, questo perché
le autorità Romane, ancora non distinguevano bene i Cristiani dagli
Ebrei. La prima vera persecuzione contro i Cristiani, scoppia sotto l’Impero
di Nerone (54-68), tanto che i Cristiani della seconda generazione, videro
in lui l’incarnazione dell’anti-Cristo (Apocalisse 13,11-18:
la bestia che sale dalla terra). Sebbene fosse un burbero sadico, non
mostrò ostilità verso la nuova Religione, ma volle solo
scagionarsi delle accuse di aver incendiato Roma e di placare il furore
del popolo *. Infatti SVETONIO scrivendo di NERONE disse che egli condannò
ai supplizi i Cristiani, “razza dedita ad una superstizione nuova
e colpevole”.
TACITO scrive invece molto confusamente in una pagina: “Poiché
le dicerie dell’incendio di Roma (64) non venivano messe a tacere
neppure offrendo a molti svariate somme di denaro, allora NERONE indicò
come artefici dell’incendio i Cristiani, punendoli con innumerevoli
e ingegnosi supplizi, riconoscendone a sua volta, il loro capo e predecessore
“CRESTO”, già fatto giustiziare al tempo di TIBERIO
dal Procuratore PONZIO PILATO”.
Ma quella superstizione, messa a tacere per un solo istante, rinacque
non solo in Giudea, origine del male, ma anche a Roma, dove prosperavano
tutte le cose atroci e vergognose.
Alla morte fu aggiunto anche lo scherno, perché molti Cristiani,
venivano coperti da pelli di fiere e fatti dilaniare dai cani. Altri venivano
crocefissi o bruciati vivi, per fare da fiaccola nelle tenebre della notte,
ma la cosa più assurda a atroce, si svolgeva nei giardini Imperiali,
dove Nerone, vestito da “Sommo Pontifex” assisteva su di un
carro che girovagava tra la folla, alimentando i giochi circensi da lui
ideati.
TACITO è uno storico affermato ed attendibile e in questo caso,
neutrale sulle opinioni religiose.
Al suo testo possiamo chiarire alcune informazioni:
• Il termine “CRESTO” – Cristiano, già
presente in SVETONIO, e l’allusione a PILATO; **
• “La ingente moltitudine” di Cristiani esistente, è
segno che la comunità era organizzata da molta gente di varia estrazione
sociale. La persecuzione, fortunatamente non ne soffocò del tutto
la vita, infatti, gli Apostoli, PIETRO e PAOLO, sfuggirono alla morte
in questa circostanza, per poi essere martirizzati qualche anno dopo.
• La persecuzione avvenne solo nella città di Roma.
• Il bagno di sangue, feroce e spietato, decimò la comunità
di Roma, riducendola a pochissime persone ***.
La seconda persecuzione fu quella di Domiziano (81-96), nel trentennio
che intercorre tra NERONE e DOMIZIANO, i Cristiani furono lasciati in
pace, perché l’Impero Romano era occupato a far tacere la
rivolta in Palestina.
L’assolutismo e il culto alla persona dell’Imperatore, portano
DOMIZIANO A FARSI CHIAMARE “Dominus et Deus”, il quale si
prefisse negli ultimi anni di abbattere ogni resistenza nell’aristocrazia
che era alla ricerca di una Religione più pura che si confrontasse
con quella Pagana, tanto amata dal Sovrano.
SVETONIO. “VITA DI CLAUDIO” – LIGUORI NAPOLI 1980 *
TACITO. Annali 15,14 **
Cf A.M. ERBA “I protomartiri Romani.” ROMA 1983 ***
serie di bronzetti di epoca repubblicana (collezione D’Arpizio)
III – IV sec. a.C.
Domus Pvbblica – corso Vittorio Veneto – S. Benedetto Dei
Marsi
Nel 95 viene giustiziato FLAVIO CLEMENTE, cugino di TITO e dello stesso
DOMIZIANO, con l’accusa di “Ateismo” e di deviazione
verso i costumi dei Giudei: sua madre FLAVIA DOMITILLA viene esiliata
all’isola di Ponza l’anno seguente.
Secondo EGESIPPO, DOMIZIANO, (citato nell’epistola ai Corinzi) avrebbe
convocato a Roma “I PARENTI DEL SIGNORE” SIMEONE e GIUDA,
cugini di Gesù, denunciati come discendenti di Davide: “li
rimandò in patria non avendoli trovati colpevoli”*.
DOMIZIANO diede prova di efferata crudeltà verso Roma ed il suo
popolo, fece uccidere ingiustamente uno smisurato numero di persone; condannò
ingiustamente molti uomini illustri alla confisca dei beni e dall’esilio.**
Secondo alcuni, autori moderni, non ci fu una vera persecuzione, ma solo
“raid di polizia”, maggiormente per aumentare le entrate del
fisco.
Cf EUSEBIO, Hist. Eccl, III, 20.1-6 *
TERTULLIANO. Apologeticum. 2,8 **
Domus Pubblica – S. Benedetto Dei Marsi –Via
Vittorio Veneto
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