GIULIA DOMNA
d.C. 173 d.C. 217
IVLIA DOMNA

Nacque ad Emesa, in Siria, da Giulio Bassiano e Giulia Soemia. Nel 173 d.C. sposò Settimio Severo ed ebbe due figli: Caracalla e Geta. Fu Augusta di eccezionale bellezza (caratteristica è l’acconciatura della sua chioma), nonché donna di grande intelletto. Fu consultata in varie occasioni dal marito Settimio Severo, il quale fu spesso guidato dai suoi consigli. Nel 217 d.C., in seguito all’assassinio del figlio Geta, Giulia Domna ritenne che la sua posizione era senza speranza e si lasciò morire di fame.
Giulia non fu soltanto la colta ed influente moglie di Settimio Severo; più tardi la ritroviamo vigile e sinistra eminenza grigia del figlio Caracalla. Con Giulia Domna ebbe inizio una dinastia di donne terribili, tutte provenienti dalla stessa famiglia, le quali, entrate nella reggia grazie al matrimonio di Giulia Domna, dominarono con alterna fortuna l’Impero, fino alla caduta dell’ultimo dei Severi (nel 235 d.C.). Giulia Domna, figlia di Bassiano, Sacerdote del Sole nel grande Tempio di Emesa, andò sposa al trentanovenne generale africano, e dopo otto anni di peregrinazione nelle province, la profezia delle stelle si avverò innalzando la giovane siriana sino al rango di Augusta.
Giulia Domna, per la sua stessa origine, era portata ad occuparsi di questioni religiose mistiche e filosofiche. Rivoltasi alla filosofia, specie nei tempi del contrasto con Plautiano, si circondò di sofisti, di mistici, di reoti, di taumaturghi e di neo-pitagorici. Nel febbraio del 212 d.C., dopo avere proposto la divisione dell’Impero con Geta (da questi rifiutata), Caracalla progettò l’assassinio del fratello con il consenso della madre Giulia. Geta (aveva soltanto 22 anni) venne assassinato da un centurione davanti a Giulia stessa.
Tra le figure di Imperatrici Romane, non vi è dubbio che sia stata una fra le più grandi e più tragiche. Ella preferì suicidarsi piuttosto che dover affrontare il nuovo corso degli eventi.

Titoli:……………. Mater Patriae, Mater Castrorvm, Avgvsta, Mater Senatvs, Mater Avgvsti, Diva.
Zecche:………….. Roma, Lodiara. Molte monete coniate dal marito e dai figli.
Coni e Rarità:……. AU-R3. AR-C. Anton.-C. G.B.-R1. M.B.-C
Divinità:…………. Cerere, Cibele, Diana, Giunone, Venere, Vesta.
Personif:…………. Aequitas, Aeternitas, Concordia, Fecvnditas, Felicitas, Fortuna, Hilaritas, Indvlgentia, Libertalitas, Libertas, Moneta, Mvnificentia, Nobilitas, Ops, Pax, Pietas, Provvidentia, Salvs, Secvritas, Spes, Victoria, Virtvs.



ALESSANDRO SEVERO (225-235), successore di CARACALLA, si può considerare il più permissivo degli Imperatori: infatti consentì liberamente la professione della fede (Cristiano esse passus est). Faceva dei sacrifici nella sua cappella privata dove teneva le immagini dei principi virtuosi e delle anime più Sante, tra cui Apollonio, Cristo, Abramo, Orfeo ed altri di questo genere. Voleva innalzare un tempio a Cristo ed ammetterlo tra gli Dei: assegnò ai Cristiani un terreno a scopo di culto durante una lite con tavernieri pagani; fece scrivere nel palazzo Imperiale e sugli edifici pubblici la massima Evangelica: “NON FARE AGLI ALTRI QUELLO CHE NON FOSSE FATTO A TE” (Mt. 7,2).
La madre di ALESSANDRO SEVERO, Giulia Mammea, si accostò al Cristianesimo, ma non ha mai avuto un riconoscimento dalla Chiesa. *

LAMPRIDIO Vita di Alessandro Severo, passim.

Foto di repertorio
“Reperti di epoca Imperiale” collezione D’Arpizio – S. Benedetto dei Marsi



Ma ecco che si affaccia sul trono dei Cesari, il primo Imperatore Barbaro, MASSIMO IL TRACE (235-238) CHE PER ODIO CONTRO I Severi, i quali avevano protetto i Cristiani, suscitò una persecuzione, ordinando di uccidere soltanto i capi della Chiesa, perché su di essi cadevano la responsabilità della predicazione del Vangelo. *
Molto sangue si sparse nella Cappadocia e nel Ponto, per il solito fanatismo popolare.
Questa ostilità durò pochissimi anni.
Immediato successore fu l’Imperatore FILIPPO L’ARABO che passò addirittura come Cristiano. ** Sembrerebbe quasi una tradizione leggendaria, l’importanza storica assunta dal Cristianesimo in quell’età, essendo ormai penetrato in tutti gli strati sociali con la sua dottrina. Nei settanta anni che va dal 180 al 250, il Cristianesimo gode sostanzialmente un periodo di pace, nonostante avvenimenti ed episodi di persecuzioni.
Intorno ai martiri conosciuti e celebrati, che si immolarono per la fedeltà a Cristo e per la conversione dei pagani, non è da meno ricordare molti Cristiani anonimi che svolsero un significativo Apostolato del Vangelo.

* Cf G.M. Bersanetti. Studi dell’Imperatore Massimino il Trace. **L’Erma 1965 Ivi. VI, 34

“Epigrafe murata” I-II sec. d.C. - S. Benedetto dei Marsi



Tra i Cristiani ed i pagani, in un’epoca come quella, si instaura un “MODUS VIVENDI” che regola i rapporti di convivenza nella vita quotidiana della società. Cambia tra l’altro la composizione sociale delle comunità: sulla lingua Greca ed Ebraica, prevale il Latino. Tutto ciò favorisce la progressiva espansione del Cristianesimo con altrettanto peso nel mondo Imperiale, attirando l’ostilità del potere che teme sempre più l’avanzare della nuova religione. *

Cf un testo classico: G. SEMERIA, il primo sangue Cristiano. Pustet Roma 1901*

Serie di monete di epoca Imperiale e Repubblicana
“Collezione D’Arpizio” – S. Benedetto dei Marsi



 
 
 
 

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