ADRIANO
d.C. 117 d.C. 138
PVBLIVS AELIVS NERVA TRAIANVS HADRIANVS
(Famiglia Antonimi)
Secondo alcuni autori nacque a Roma, secondo altri in Italica, presso
Siviglia, nel 76 d.C.. Alla morte del padre, venne affidato alla tutela
del cugino Traiano e quando questi morì nel 117 d.C., Adriano fu
eletto Imperatore dal Senato.
Uomo colto in ogni campo ed amante della pace, il suo regno non fu turbato
da alcuna guerra, ad eccezione della rivolta degli Ebrei, avvenuta negli
ultimi anni della sua vita.
Opere degne di memoria: il Vallo Adriano in Britannia, la Mole Adriana
(Castel Sant’Angelo), il Tempio di Venere e la villa Adriana a Tivoli.
Come comprovato da numerose monete celebrative, Adriano visitò
tutte le province dell’Impero, ed in occasione di uno di questi
viaggi, fece costruire la città di Hadrianopoli sul fiume Ebrus.
Morì a Baiae il 10 luglio del 138 d.C., dopo una lunga malattia.
Fu senz’altro uno degli Imperatori più capaci: dedicò
la sua vita interamente al miglioramento dello Stato e si distinse per
la sua fermezza ed umanità.
Discendente dalla famiglia Ulpia, ebbe anche una sorella, Domizia Paolina
Minore. Pare che il padre fosse P. Elio Adriano Afro e la madre Domizia
Paolina.
All’età di ventiquattro anni, Adriano, figlio di un primo
cugino di Traiano stesso, sposò Sabina, figlia di Matidia, allora
appena dodicenne, per volere di Plotinia.
Molte furono le storie tramandate sulle presunte peccaminose tendenze
erotiche ed omosessuali di questo Imperatore. Il nostro pensiero va a
sua moglie, la bella Imperatrice Sabina, che fu sua fedele compagna per
ben trentasei anni.
Certamente Adriano va ricordato come antagonista del Senato, che mal si
conformava al suo modo di pensare. Alla sua morte, addirittura, il Senato
cercò di annullarne gli atti e negargli la deificazione, senza
però riuscirvi.
Si leggono molte, anzi moltissime, bizzarre sul carattere di Adriano:
a volte si dimostrava amico, ma contemporaneamente acerrimo nemico nei
confronti delle medesime persone.
Cercò in tutti i modi di accattivarsi la benevolenza del popolo,
frequentando ambienti vicini ai magistrati e banchetti popolari, mostrandosi
civilissimo pure con i più umili.
Nell’estate del 118 d.C. elargì sei aurei a tutti i popolari
romani ed il 24 gennaio del 119 d.C. celebrò il primo di una lunga
serie di ludi gladiatori, con l’impiego di mille fiere. Clamoroso,
fu il gesto di fare ardere tutta la documentazione dei debiti che gli
abitanti di Roma e delle province avevano nei confronti del fisco romano,
e grande fu il fuoco che arse nel foro (quel debito corrispondeva a circa
900.000.000 di sesterzi).
Con l’ausilio di 24 elefanti sposto la statua di Nerone-Sole e la
fece sistemare presso l’anfiteatro Flavio, tutto ciò per
compiacere al popolo. Tuttavia, pare che questa dispendiosa politica non
ebbe successo, in quanto le sue manie di grandezza furono volte alle province
e meno all’Italia. Per tale motivo venne definito restauratore del
mondo.
Effettivamente l’unica grande opera effettuata a Roma fu la villa
imperiale Tiburtina.
Titoli:……………. Dacicvs, Parthicvs, pater
Patriae, Avgvstvs, Pontefix Maximvs, Imperator, Divvs.
Zecche:………….. Cilicia, Roma, Creta, Siria, Capadocia,
Cesarea. Le monete non indicano quasi mai T.P. (Tribvnicia Protestate).
Coni e Rarità:……. AU-R1. AR-C. G.B.-R1. M.B.-C. P.B.-C.
Dramma-Di-Tri-Tet-etc.-C.
Tribuna Potestà:…. I^-117 d.C. sino alla XXI^-138 d.C. Consecutive.
Consolati:………... I^-117 d.C.II^-118 d.C. II^-119 d.C.
III^-120d.C.
Divinità:…………. Apollo,Bacco, Cere, Cibale,
Diana, Ercole, Giano, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Esculapio, Minerva,
Nettuno, Roma, Romolo, Sole, Venere, Vesta.
Personif:…………. Aeqvitas, Aeternitas, Annona, Bonvs
Eventvs, Clementia, Concordia, Felicitas, Secvritas, Fortuna, Genivs,
Hilaritas, Indvlgentia, Ivstitia.
Una delle poche cose che ha fatto Adriano (117-138), è stato l’atto
scritto nel 128 in ASIA “Municipio Fundano”, nel quale si
esige una regolare procedura nei processi, e che questi vengano regolarmente
fatti dinanzi ai Tribunali e non più con petizioni e schiamazzi,
che erano causa di incomprensione e immoralità nei confronti dell’accusato.
Recipiente in pietra calcarea
- S.Benedetto dei Marsi -
A sua volta ANTONINO PIO (138-161) ? rinnova lo stesso detto in una lettera
all’assemblea Federale dell’Asia, vietando di incolpare i
Cristiani di Ateismo.
“Se qualcuno si ostinerà a dare molestia a chiunque dei Cristiani
solo per quello che sono, l’accusato sia libero di ogni imputazione,
anche se risulta essere tale; l’accusatore invece sia punito.”**
Secondo alcuni, me compreso, dicono che questo documento sia in autentico,
perché troppo favorevole ai Cristiani, al punto che in base ad
esso, nessun Cristiano poteva essere perseguitato,invece…………….
E’ pur certo che una legge ben precisa contro i Cristiani non esisteva:
molte cose venivano lasciate alla discrezione dei funzionari Statali e
all’umore delle folle.
In altri luoghi, alcuni Giudici cercavano di salvare i Cristiani, accontentandosi
di qualche adesione al culto degli Dei; oppure sentivano il desiderio
di conoscere la nuova Religione.
L. DE REGIBUS. ?ANTONINO PIO? Ist. Studi ROMA 1946 *
IRENEO. Adversus haereses, 3. 3-4 **
“porta d’ingresso” ANFITEATRO I°sec d.C.
- S. Benedetto dei Marsi –
|